Anahita Razmi
The works in the booth examine current media representations of “the Orient“ and their implications. What does branding mean here? Commercialisation? What role does “the East“ play in mass media, consumer & pop culture? How does one define identities here?
Quotes from art, pop and consumer culture are framed in a new context, in visual experimental arrangements and video performances.
New Silk Road Patterns #02
Five photo prints on rice paper, 150 x 100 cm each, 2016.
The photo series New Silk Road Patterns #02 is referring to the ancient trade route that connected China through the Middle East with the Roman Empire. New Silk Road Patterns #02 is taking this history as a point of reference. It is collecting low quality clothes found and collected from various markets in Tehran, Tokyo, Beijing, Dubai and Istanbul. A common, if not dominant indication found on these clothes are spelling mistakes: often language is used in ways of patterns, letters are randomly combined, copy/paste text is used, known western clothes brands and logos are sampled and deconstructed. Following the production and sales path of these textiles, the project New Silk Road Patterns #02 is connecting five different Far Eastern and Middle Eastern places through photos of the artist wearing patterns of a destructed, seemingly “universal“ language, that is created somewhere between those places.
Context-specifics mix with random Shanzhai artifacts: the photographs combine high contrast black and white shots, that are resembling fashion advertising, with stock-photo images of traditional “Eastern“ patterns.The series is printed on rice paper, adding a far Eastern materiality to the black and white aesthetics.
Middle East Coast West Coast
HD Video, 23 minutes 4 seconds, 2014.
The work Middle East Coast West Coast is re-enacting the video talk “East Coast West Coast” (1969) by Nancy Holt and Robert Smithson. In the original video, Holt and Smithson are improvising a conversation based on stereotypical and opposing positions of US East Coast and West Coast lifestyle, art and artists. Holt assumes the role of an intellectual conceptual artist from New York, while Smithson plays the laid back Californian driven by feelings and instinct.
Middle East Coast West Coast keeps the audio track of the original work, while the actors in the dialogue are replaced by two identically black veiled persona talking within a spatially abstract minimal setting. The chador-like wrap is (over) used as a cliché vehicle – relocating the conversation to the Middle East, reassembling the former bipolarities. The dialogue is shifting from the specified former context to artificial abstraction – from western art clichés to stereotypical images of the Middle East and art of the Middle East. It is trying to trace characteristics of these stereotypes, ideas of the “Other“, stereotypes within Middle Eastern and Western art notions and present globalized ideas of artistic practice, expression and expressiveness.
MiddleEastPak
Series of backpacks with altered logo, 2015.
The edition alters the logo of a known backpack brand by adding the word “Middle“ and rebrands the backpacks with the new logo version. Ideas of labeling, copying and advertising mechanisms are put into question: What does one carry inside a “MiddleEastPak“? What does one imagine inside? Does the original brand slogan “Built to Resist“ get a different meaning with the altered logo? The work aims to playfully address stereotypes, categorisations and associations by producing a “fake“ brand, rethinking aesthetics and localisations of a copy culture within a global market.
Italian Translation:
Booth: Sala Blu #11
4 – 6 Novembre, 2016
Anahita Razmi
Le opere in esposizione indagano le attuali rappresentazioni mediatiche “dell’Oriente” e le loro conseguenze nella società. Cosa significa branding in questo caso? E commercializzazione? Che ruolo gioca l’”Oriente” nei mass media, nel consumo e nella cultura pop? Come si definiscono le identità? Citazioni dall’arte, dalla cultura pop e consumistica vengono incorniciate in un nuovo contesto, in adattamenti sperimentali e video performances.
New Silk Road Patterns #02
Cinque fotografie stampate su carta di riso, 150 x 100 cm ognuna, 2016.
La serie fotografica New Silk Road Patterns #02 si ispira all’antica rotta commerciale che collegava la Cina, attraverso il Medio Oriente, con l’impero romano. Prendendo come punto di riferimento questo avvenimento storico, New Silk Road Patterns #02 utilizza come soggetto abiti di scarsa qualità, trovati e raccolti nei vari mercati di Teheran, Tokyo, Pechino, Dubai e Istanbul. Un tratto comune, se non dominante, di questi indumenti, sono gli errori ortografici: spesso il linguaggio viene utilizzato solo come pattern, le lettere sono mischiate casualmente e la funzione ‘copia e incolla’ è utilizzata regolarmente. In questo processo famosi marchi e loghi di abiti occidentali sono quindi selezionati e de-costruiti. Seguendo il cammino della produzione e della vendita di questi tessuti, il progetto New Silk Road Patterns #02 unisce cinque differenti luoghi, dell’estremo e del medio Oriente. Attraverso le foto dell’artista si indossano modelli di una lingua apparentemente destrutturata, “universale”, creata in qualche posto, tra questi luoghi.
Ambienti specifici uniti a manufatti Shanzhai, ossia contraffatti: le fotografie uniscono scatti in bianco e nero,simili a pubblicità di moda, con modelli di immagini di ispirazione orientale tradizionale. Le opere sono stampate su carta di riso, aggiungendo in questo modo un grado di materialità orientale all’estetica in bianco e nero.
Middle East Coast West Coast
HD Video, 23′ 4”, 2014.
L’opera Middle East Coast West Coast è una rievocazione del video “East Coast West Coast” (1969) di Nancy Holt e Robert Smithson. Nella versione originale, Holt e Smithson improvvisano una conversazione basata sugli stereotipi e sulle dissimili concezioni dell’arte e della vita nelle due coste americane: la East Coast e la West Cost. Holt assume il ruolo di un artista concettuale e intellettuale di New York, mentre Smithson interpreta un flemmatico californiano animato dai suoi sentimenti e dal suo istinto. Middle East Coast West Coast mantiene le traccie audio del video originale, mentre gli attori sono sostituiti da due identici personaggi velati di nero che parlano all’interno di un ambiente spazialmente astratto e minimal. L’uso (ed ab-uso) del velo rimanda al cliché dello chador e riposiziona spazialmente la conversazione al Medio Oriente, così come riassegna le precedenti bipolarità. Il dialogo si sposta dal contesto specifico precedente, all’astrazione artificiale, dai cliché artistici occidentali, alle immagini stereotipate sul Medio Oriente e sui cliché dell’arte mediorientale. Il video tenta di rintracciare i connotati di questi stereotipi e dell’idea di “alterità” all’interno della nozione di arte in medio Oriente ed Occidente, alla luce delle attuali idee globalizzate di pratica artistica, espressione ed espressività.
MiddleEastPak
Serie di zaini con logo alterato, 2015.
L’opera manipola il logo di un famoso brand di zaini con la sola aggiunta della parola Middle. Gli zaini risultano quindi modificati con la versione del nuovo logo. Alla base di questa operazione vi è la messa in discussione dei meccanismi di labeling, copiatura e pubblicità: Cosa si cela dietro “MiddleEastPak”? Cosa si immagina ci sia al suo interno? Lo slogan originale “Built to resist” assume un significato diverso grazie al nuovo logo?. Riproducendo un brand falso, il lavoro intende affrontare in modo giocoso gli stereotipi, le categorizzazioni e le associazioni, ripensando l’estetica e la diffusione di una cultura della copia all’interno di un mercato globale.